[SUONO] [MUSICA] [MUSICA] Come nacque l'idea della città che i Fenici trasmisero all'Occidente? Dove avvenne questo fenomeno fondamentale nella storia dell'uomo? Certamente in Egitto e nell'antica Mesopotamia. Però il modello che fu portato dai Fenici, in realtà era stato elaborato un pochino più a occidente, proprio nella costa nel Levante, nella Siria/Palestina dell'antichità, dove si trovano le più antiche città che non sono state generate nell'alveo di un grande fiume. Tra queste noi vedremo, per esempio, il caso di Gerico. Qual era il segreto di queste città? Della formulazione dell'idea di città? Be', innanzitutto ci voleva una disponibilità di risorse primarie, in primis, l'acqua potabile. Questo rendeva possibile l'allevamento degli animali, la produzione dei mattoni crudi, l'irrigazione ovviamente e quindi la proprietà della terra. E questo automaticamente generava una gerarchia sociale. Chiaramente i proprietari delle terre erano quelli che diventavano automaticamente più ricchi. Poi vedremo se saranno delle istituzioni. Quindi questa differenziazione sociale è collegata all'idea di città, prosegue in parallelo e viene portata al massimo nella struttura di una nuova organizzazione che gestisce tutta una serie di servizi comuni e di beni comuni che però vanno sempre più accumulandosi nelle mani di un potere centrale. Quindi quali erano le caratteristiche, gli elementi fondamentali, per definire un insediamento città? Quali sono gli esempi che ci possiamo trattenere dall'esperienza del Levante? Ecco, la prima cosa sono le dimensioni, questo è un valore relativo, ovviamente, perché noi abbiamo città di 500 ettari in Mesopotamia, abbiamo città di 100 ettari o 60 ettari in Siria. Mentre in Palestina ad esempio ce ne abbiamo di 30, 40 o addirittura 10 ettari. È un valore che è in relazione con gli altri insediamenti circostanti, che fanno della città il central place di un sistema dove gli insediamenti hanno una dimensione gerarchica. La grandezza assoluta di questi insediamenti, ovviamente, dipende dal territorio che li può sostenere e dalla popolazione in presenza. Quindi è un valore variabile, ma quello che è importante è che ci sia un nettissimo distacco, cinque o dieci volte più grande la città rispetto agli insediamenti che la circondano. E che quindi questa emerga in un'analisi del territorio come il punto centrale. Il secondo elemento, che è un elemento dirimente, fondamentale, sono le mura. Le città sono cinte da mura, una linea difensiva, che a volte è anche molto complessa, vedremo l'esempio di Gerico, che racchiude e delimita per sempre lo spazio interno, amministrato per la prima volta da una comunità che si autogestisce e crea un sistema di potere per gestire questo territorio, dal resto, da ciò che è fuori e che con le sue stesse mura rappresenta sé stessa su un territorio, e questo lo vedremo anche più avanti. Il terzo elemento è che la città all'interno ha una distinzione di funzioni, cioè lo spazio recintato dalle mura è diviso in settori, ciascuno destinato a una funzione diversa. Ci sono i quartieri abitativi, che di solito sono abbastanza ridotti rispetto al resto, perché la gran parte dello spazio è destinato ad ospitare le funzioni pubbliche, quindi il palazzo, che di solito è l'organo che governa la città, il tempio che ha un ruolo importantissimo e a volte precede il palazzo, è il luogo dove la comunità si identifica, trova un senso, si incontra. E poi ci stanno le porte, che sono un altro punto fondamentale perché la città non vive per sé stessa, ma è rivolta al suo esterno. E questo ci arriviamo in un attimo. All'interno di queste mura, e anche a causa di queste mura, nella città vengono raccolte le ricchezze che la comunità del Levante è in grado di accumulare. Queste ricchezze possono essere sia delle ricchezze prodotte dall'attività agricola, ma possono essere anche ricchezze raccolte col commercio, addirittura con la guerra. E vengono a costituire un bene preziosissimo che si trova quindi dentro la città. Per questa ragione vengono creati dei sistemi di calcolo, anche embrionali, che non sono ancora magari la vera e propria scrittura, almeno nel Levante, con dei tokens, cioè delle fiches, che venivano usate per contare i beni. In particolare proprio perché questo veniva affidato, a volte, a funzionari diversi per evitare delle appropriazioni indebite, per evitare purtroppo quello che spesso le comunità umane mostrano, insomma. E quindi noi abbiamo queste evidenze, rappresentate per esempio dai sigilli, che servivano per indicare il nome dei funzionari o proprietari o responsabili dell'apertura di porte o proprietari di beni o di alcune produzioni e così via. Ovviamente un altro elemento che rientra in questo e che rappresenta una differenza rispetto alla precedente vita nell'organizzazione cosiddetta del villaggio, dell'economia di villaggio è proprio l'introduzione per esempio del sistema ponderale. Il sistema ponderale non era solo un sistema per regolare i rapporti tra i singoli individui, assolutamente no. Era un sistema imposto centralmente, dall'alto, dalla città, per controllare gli scambi e introdurre una quantità di metallo che viene a rappresentare una sort of di moneta. Quindi noi trovando dei pesi molto piccoli siamo in grado di sapere che venivano usati dei metalli pregiati. E questi metalli: l'oro, l'argento e l'elettro servivano per computare i valori e anche, a volte, per consentire degli acquisti di beni che potevano essere anche molto diversi come dimensioni. Uno con un coltello di bronzo o di rame poteva comprare un intero gregge di pecore oppure dieci tessuti e così via. Infine un altro elemento fondamentale che si innesta e fa parte, è un corollario fondamentale della nascita della città è che la città ha una pretesa di controllo territoriale. La città per esistere ha bisogno di un territorio che gli offra i prodotti agricoli fondamentali. Per esistere ha bisogno di controllare le vie di comunicazione, perché gli scambi sono essenziali in questo sistema che sto descrivendo, gli scambi di ogni bene che, di solito, ogni città non era in grado di procurarsi tutti i beni di cui aveva bisogno. E quindi il controllo sul territorio è necessario e viene quindi perseguito, e noi ne abbiamo prova, a volte, attraverso l'archeologia per esempio ritrovando le fattorie che dipendevano da un centro e quindi ritrovando in queste fattorie gli stessi prodotti ceramici che poi troviamo nel centro maggiore. Ovviamente non può esistere una città con le sue mura, con i suoi scambi, con il suo commercio, senza che il corpo sociale, gli abitanti, vengano organizzati per lavorare. E questo è un concetto fondamentale, cioè il lavoro non è più un'attività che ogni singola famiglia, come era la società di villaggio, deve organizzare da sé per la sussistenza, ma è qualcosa che viene organizzato centralmente per dei beni comuni, che sono la difesa, il commercio, l'approvvigionamento di beni che altrimenti non si avrebbero, il controllo delle acque, che sono un bene comune. Quindi è un totale e radicale cambiamento e ne abbiamo archeologicamente prova, per esempio, dei gruppi di squadre che venivano organizzate per ricostruire le mura, questo fondamentale elemento senza il quale altrimenti la città non sarebbe esistita. Questi lavori davano molto potere a chi comandava, perché chi comandava la città offriva il lavoro, controllava i lavoranti, cioè gli operai, attraverso un sistema organizzato, gerarchico, e in questo modo anche evitava che una parte della popolazione, restando inoccupata, o facendo per esempio solo i pastori, avesse dei desideri sbagliati, come per esempio quello di dedicarsi a fare i predoni o a fare dei saccheggi o degli attacchi ai beni comuni, quindi c'era anche un vantaggio. Infine la città è in grado di produrre qualcosa che prima non esisteva. La nascita dell'artigianato e del lavoro specializzato sono proprio uno dei più grandi risultati dell'organizzazione urbana. E questo pure verrà trasmesso dai Fenici in Occidente. Esistono delle figure professionali, per la prima volta. Nella comunità c'è qualcuno che si dedica esclusivamente a una certa cosa, dall'architetto all'esperto della gestione dell'idraulica, all'agricoltore ovviamente, all'allevatore, ma anche al mercante fino ad arrivare al sacerdote e a una nuova figura professionale che è il soldato, il guerriero, perché queste città da una parte si devono difendere, altre volte hanno anche il vantaggio a intraprendere delle guerre. Quindi tutto un arco di nuove figure, tra cui ovviamente anche degli artisti e degli artigiani, come i falegnami o i vasai e così via. È un nuovo mondo che è nato con la nascita della città. Ovviamente l'esito di tutto questo grande processo porta a una grande differenziazione sociale, cioè nascono delle vere e proprie classi, viene imposto un sistema di potere, si forma piano piano un sistema di potere, che è un potere gerarchico, nasce l'idea di un capo, questo l'abbiamo visto forse anche prima nei periodi precedenti, ma questa volta si consolida in una forma strutturata, in alcune società, avete visto l'Egitto, questo addirittura assume delle straordinarie forme complesse, magari nel Levante è anche abbastanza semplice questa organizzazione, però segna un netto cambiamento rispetto al passato, e segna anche la nascita di vere e proprie classi di lavoratori, che tali resteranno e verranno così tenuti perché sono congeniali al funzionamento della città. Quindi la città è un modello di vita ed è questo modello che, ben sedimentato per due millenni, i Fenici porteranno in Occidente e sarà una straordinaria rivoluzione. È una città del bronzo, diciamo della Palestina, noi vedremo il caso di Gerico, che verrà di fatto trapiantata in un nuovo ambiente, e quello che nascerà però sarà qualcosa di nuovo, sarà quello che chiameremo la civiltà mediterranea. [SUONO] [VUOTO]